Il primo essere vivente nello Spazio
Ricorrono oggi i 60 anni di quella che viene celebrata come una grande vittoria per l’Umanità, ma che sappiamo essere stato un inutile sacrificio.
La cagnetta Laika (il cui nome significa “piccolo abbaiatore”) era una randagia di circa 3 anni raccolta per le strade di Mosca. Insieme ad altri due cagnoline fu attentamente valutata e sottoposta a prove fisiche. Lo scopo era quello di passare alla Storia come il primo essere vivente inviato nello Spazio sulla navicella Sputnik.
I tre animaletti affrontarono quindi diverse prove, come ad esempio la “centrifuga”. Si trattava di una “giostra” che doveva portare al limite le capacità degli animali, per verificarne resistenza e predisposizione.
La scelta cadde sulle cagnoline perché a causa degli spazi angusti nella cabina del missile, non necessitava loro l’allargamento della zampa per urinare.
E quella della costrizione in ambienti strettissimi fu un’altro degli allenamenti a cui Laika & Co. si dovettero assoggettare. Insieme a mille altre prove sicuramente più scomode.
Il giorno del lancio, che si sapeva sarebbe stato senza ritorno per Laika, la cagnolina fu tempestata di elettrodi che avrebbero dovuto monitorarne le condizioni durante il volo. E ciò in previsione di un prossimo lancio con equipaggio umano. Il Maggiore Yuri Gagarin fu effettivamente il primo uomo nello Spazio quattro anni dopo.
La mattina, racconta Adilia Kotovskaia, oggi noventenne, la randagina fu indrodotta nella capsula spaziale: “Le ho chiesto di perdonarci e ho pianto, accarezzandola per l’ultima volta”.
Sacrificio inutile e premeditato
In effetti il sacrificio fu inutile. Nonostante le autorità sovietiche avessero dichiarato ai quattro venti che la cagnolina avesse sopravvissuto per giorni, e poi non ne parlarono più, oggi sappiamo che la verità è diversa.
Laika morì in modo orribile poche ore dopo il lancio. Il sistema di termoregolazione si guastò quasi subito. E la temperatura arrivò molto presto a 40°. Lo ha reso noto soltanto nel 2002 Dimitri Malashenkov, dell’Istituto per problemi biomedici di Mosca, durante un congresso mondiale.
Ma la sorte della cagnolina fu decisa comunque prima. Le autorità sovietiche “dovevano” a tutti i costi mantenere davanti agli occhi del mondo, il predominio sulla ricerca spaziale che allora detenevano. E siccome gli statunitensi inseguivano da vicino, i Russi accorciarono i tempi. Non essendovi tempo per allestire una capsula in grado di ospitare un uomo, pensarono di sacrificare Laika.
Il missile partì alle ore 5.30 della mattina del 3 novembre 1957. L’ultimo giorno di vita dell’ “eroe Laika”, il primo essere vivente nello Spazio.