Restiamo sempre impressionati nell’osservare le cartine storiche che tracciano i confini dell’Impero Romano, che giunse nel II secolo a.C., sotto Traiano, al massimo della sua espansione con circa 5 milioni di km² di territorio. Ma questa immagine non è comunque sufficiente ad esprimere la potenza di Roma in quei periodi, basti pensare che i popoli non soggetti pagavano per ottenere l’alleanza con il potente impero.
Una dimensione dei fatti ce la dona il prof. Israel Shatzman, della Hebrew University of Jerusalem, il quale nel capitolo da lui curato, L’integrazione della Giudea nell’impero romano, inserito nel testo Gli Ebrei nell’Impero Romano, a cura di Ariel Lewin, edito da Giuntina 2024, narra le vicende dell’assorbimento della Palestina da parte di Roma.
Poco dopo essere salito al trono Giovanni Ircano I, inviò a Roma alcuni ambasciatori che portarono in dono uno scudo d’oro e la richiesta di ottenere la dichiarazione di “città indipendenti”. Il motivo era quello di salvaguardare la Giudea da eventuali attacchi delle nazioni circostanti.
Roma aderiva con piacere a queste richieste, ma pretendeva di ridurre le popolazioni e i territori richiedenti sub imperio nostro e orbis terrarum.
Abbiamo dei riscontri in merito, e nella fattispecie la citazione di Giuseppe Flavio relativa al senatus consultum emanato in risposta a tale richiesta.
Queste vicende ci danno la misura dell’enorme influenza che l’Impero Romano esercitava nel mondo antico nei periodi della sua piena fioritura: bastava essere “amici di Roma” per evitare che qualcuno campasse dei diritti sulle proprie terre.
Ma in cosa consisteva in realtà questo tipo di alleanza? Noi non siamo in grado di sapere sei i re che aderivano conoscessero bene il significato di sub imperio nostro e di orbis terrarum. Sta di fatto che attraverso gli accordi Roma si riteneva legittimata a imporre a suo piacimento il grado di dominio che gli interessava avere sui territori, e, come abbiamo visto avvenne in Palestina, si arrivò alla podestà di nominare re, governatori e imporre tributi e tasse.
Alcuni territori passarono quindi sotto l’impero anche senza necessità di conquista, salvo poi, per quanto riguarda la Giudea e il resto della Palestina, affermare il dominio soffocando le eventuali rivolte.