Salento, patria dei Messapi, fra i primi a scrivere in Italia

Salento, patria dei Messapi, fra i primi a scrivere in Italia

Un popolo fiero che ottenne la cittadinanza romana

Il Salento è attualmente rinomato per l’accoglienza e l’affabilità del suo popolo, nonché per le bellezze naturali che ne fanno un’oasi paradisiaca.

Non tutti però conoscono l’origine dei Salentini, che si perde nella notte dei tempi e le cui origini iniziano ad affacciarsi alla Storia a partire dal IX secolo a.C.

In quel periodo diverse popolazioni provenienti dall’Illiria, ovvero dalla parte occidentale balcanica che si estendeva lungo tutta la costa adriatica, dall’Istria fino alla parte settentrionale della Grecia, sbarcarono sul suolo della nostra penisola.

Fra questi vi era una tribù fiera e intraprendente: i Messàpi.

Questo popolo si stabilì nella parte più meridionale dell’attuale Puglia e si differenziò culturalmente anche dalle tribù più vicine, con essi compresi successivamente negli Iapigi, che si insediarono invece nelle attuali zone di Foggia e di Bari.

Le abitazioni dei Messàpi furono per oltre un secolo, a forma ovoidale, con tetti costituiti da rami intrecciati, ma soltanto risalenti al VII secolo a.C. abbiamo dei ritrovamenti archeologici che testimoniano l’insediamento fisso di questo popolo nell’attuale Salento.

Fra il VII e il VI secolo a.C. i Messàpi iniziarono a delimitare le proprietà con muri a secco, mentre le case furono dotate di tetti a tegole. E proprio nel VI secolo a.C. abbiamo le testimonianze relative alla scrittura, che sono ancora ogni fra le più antiche del nostro Paese.

Con l’avvio dell’Era Classica (V/IV) secolo a.C., i muri si moltiplicano e si collocano qui le documentazioni storiche relative alle guerre contro Taranto per il predominio del “tacco” della penisola italiana.

 

Risale poi al 473 a.C. l’alleanza con le altre popolazioni iapige e la vittoria ottenuta contro Taranto e Reggio. Solo 60 anni dopo, i Messàpi parteciparono alla Guerra del Peloponneso al fianco degli Ateniesi e contro Siracusa, come testimonia Tucidide (storico e militare ateniese) VII, 57.

Fra il IV e il III secolo a.C. i Messàpi raggiungono il vertice della densità abitativa nel Salento, con la costruzione di una doppia cinta muraria in numerose città.

Diodoro (XVI, 63) ricorda che risale al 336 a.C. l’alleanza con i Lucani per combattere ancora Taranto alleato a sua volta con Sparta nella battaglia di Manduria.

Il popolo del Salento provò anche a opporsi al dominio romano prendendo spunto dalla discesa in meridione dell’esercito di Pirro, a cui si unì nel 279 a.C. e precisamente con la battaglia di Ascoli Satriano, come riporta Plutarco nel suo Pyrrhus 13,5-6.

L’esercito romano riuscì ad avere la meglio solo circa una dozzina d’anni dopo (267-266 a.C.) sconfiggendo i Messàpi nel Bellum Salentinum, e di ciò dà testimonianza Lucio Anneo Floro in “Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC“, erroneamente attribuita a Tito Livio nelle sue Storie I, 15.

I Messàpi si ribellarono ancora contro Roma nel 216 a.C. dopo la battaglia di Canne, e infine parteciparono alla Guerra Sociale (90-88 a.C.) da cui ottennero, come tutte le altre popolazioni al di sotto del fiume Po, la cittadinanza romana. Chi abitava a nord del Po dovette accontentarsi di quella latina.

Abbiamo quindi la dimostrazione delle origini anche culturali della gente del Salento, con una predisposizione alla democrazia e all’apertura verso l’esterno, corroborata però da una fiera attestazione delle proprie origini e della propria indipendenza, in stile classico ateniese.

In molti paesi del Salento il dialetto ha forti connotazioni greche e albanesi.

 

 

 

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