Il Commodore 64 compie 35 anni. Ha cambiato il mondo

Un fenomeno di portata mondiale

Correva l’anno 1982. L’anno che gli appassionati di Calcio ricordano per la fantastica vittoria azzurra ai Mondiali spagnoli.

Allora non lo sapevamo, ma il mondo stava per cambiare per sempre.

Ha fatto il suo esordio il Commodore 64. In quell’epoca esistevano già alcuni computer che facevano impazzire gli appassionati.

Qualche anno prima la Sinclair aveva prodotto lo ZX-80, il primo vero personal. A breve uscì lo ZX-81, che integrava le capacità di calcolo ad una memorizzazione più agevole dei programmi, scritti rigorosamente in Basic.

Arrivò quindi l’epoca dello Spectrum e poi del Vic-20, che aggiungevano al tutto le prime capacità grafiche.

Ma fu solo col Commodore 64 che si riuscì a “saltare il fosso” e a proiettare il popolo informatico nel futuro.

L’aspetto professionale della tastiera venne unito ad un’ottima capacità di comunicazione con le periferiche. Si riusciva per la prima volta e con una facilità fino allora poco usuale, a collegare una stampante, un’unità a nastro magnetico ed infine gli allora futuribili Floppy-Disk da 5 e 1/4 pollici.

Tutto questo concentrato su un unico protagonista. Che aveva un processore MOS 6510 a 8bit. La sua velocità? Meno di 1 mhz. e la memoria RAM di 64 Kb!. La memoria  da meno di un megahertz, mentre la capacità ROM era di soli 20 Kb. Il tutto ridicolo rispetto anche ai più economici cellulari di vecchia generazione.

Non esisteva la rete, o almeno non era disponibile al grosso pubblico, ma in compenso esplose la pirateria.

Il fenomeno fu incontrollabile, anche perché i prezzi dei software originali erano spesso proibitivi, o comunque poco accessibili. Mentre gli utenti assetati di giochi e programmi applicativi costituivano una vera folla.

Le edicole si popolarono di riviste che allegavano software famosi, la cui unica differenza dagli originali era il nome.

Lo sviluppo virale del successo

C’è da chiedersi perché le software-house accettassero passivamente di vedere by-passati i propri diritti intellettuali. Col senno di poi la risposta è persino banale. Tutto questo stato di cose contribuì al boom dell’informatica e attraverso anche le espressioni ludiche del software, determinando qualcosa che, come avremmo visto successivamente, fu molto vicino alla dipendenza.

Da quel momento è nata l’esigenza di avere una console, un computer, e poi un tablet. I giochini e le applicazioni non ci lasciano mai e ci accompagnano ovunque.

Un fenomeno di costume che ha rivoluzionato la nostra epoca ed ha fortemente inciso sulla Storia dell’Umanità.

 

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