I molti fronti della "Battaglia d'Europa"

I molti fronti della “Battaglia d’Europa”

Spread e rendimenti BTP salgono, giù la Borsa.

Stamane in apertura si registrano nuovi problemi per il governo giallo-verde. Lo Spread ha sfondato nuovamente quota 300 e i rendimenti dei BTP sono a quota 3,75%. Contemporaneamente la Borsa di Milano, sempre in apertura, ha registrato una debolezza significativa.

Sono le conseguenze della bocciatura della Commissione Europea riguardo alla manovra italiana. La garanzia di rientro a quota 1,5% del deficit non convince Strasburgo.

Affiorano quindi le divergenze sorte tra Italia e Europa, incrudite dalle dichiarazioni forti intercorse tra Junker, Moscovici, Salvini e Di Maio.

I fronti della disfida sono numerosi e non riguardano solo l’ambito economico.

È nota la disparità di vedute sulla gestione della vicenda dell’immigrazione. Ma ancor di più sembra pesare sul panorama internazionale la profonda spaccatura che si va via via creando tra Italia e Francia.

Nello stesso tempo la Germania, pur senza prender parte alla diatriba in corso soprattutto tra Salvini e Junker, approfitta per portare avanti il proprio programma di trasferimento di profughi e immigrati verso il nostro Paese.

Salvini e Di Maio hanno in questo momento aperto anche un fronte interno, accusando pubblicamente i media di ostilità nei confronti del Governo.

La situazione non è certo rosea, anche perché tutte queste vicissitudini non concorrono a tranquillizzare un mercato che, al contrario dovrebbe essere rassicurato.

Perché è proprio dal mercato che l’Italia dovrebbe reperire i fondi necessari affinché la manovra funzioni. In per se stessa l’ostilità dell’Europa non sortirebbe alcun effetto. Non è L’Europa che dovrebbe farci avere i fondi.

È logico però che l’ostilità della Comunità, aggravata da un’eventuale offensiva dei giornali e delle TV creerebbe perplessità tra gli investitori e di conseguenza il crollo delle speranze di riuscita della manovra.

Per assurdo si aggiunga che si tratta di una manovra che avrebbe anche la possibilità di funzionare. Con il momentaneo aumento del deficit al 2,4% si troverebbe buona parte dei fondi necessari. Altri sarebbero introitati dal circolo vizioso che si creerebbe dalla riduzione dell’imposizione fiscale. Inoltre resta comunque nelle facoltà del governo incrementare la lotta all’evasione, che porterebbe nell’arco dei tre anni altri fondi.

Sarebbero queste in effetti le cose sulle quali il dibattito dovrebbe concentrarsi. Invece di disperdere energie in battaglie verbali che spesso sfociano in insulti.

L’impressione è che per l’Europa (leggi Junker-Moscovici) il fatto sia diventato personale. Sarebbe un grande rischio per il nostro Paese. Fermo restando che la Merkel è pronta ad osservare la situazione e a piazzare i colpi pro-Germania.

Insomma, gli attori della vicenda sono tutti, purtroppo “solo dei politici”. L’unica statista in campo, duole dirlo, è Angela Merkel.

E qualcuno inizia anche a ricordare che, pur con diverse motivazioni, la vicenda assomiglia sempre di più a quella degli anni ’30 che finì col buttare Mussolini tra le braccia di Hitler. Gli stessi sostengono che oggi, a braccia aperte ci sarebbe Putin.

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