Autonomie regionali: Emilia supera Lombardia e Veneto

Autonomie regionali: Emilia supera Lombardia e Veneto

Senza spendere soldi per referendum rivolti ad ottenere dialogo

Il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonacini ha incontrato il premier Gentiloni. L’incontro è stato propizio per avviare l’iter volto a concedere maggiori autonomie per la regione in tema di Sanità, Lavoro, Imprese, Ambiente e Ricerca.

Il fatto è significativo perché la regione Emilia Romagna arriverà allo scopo di poter gestire le proprie risorse con maggiore autonomia nei confronti di Roma. E ciò prima di quanto possano farlo Lombardia e Veneto, i cui governatori leghisti hanno scelto maldestramente la strada del referendum.

I referendum promossi in Lombardia e Veneto, per i quali gli elettori si mobiliteranno (vedremo in quale quantità) domenica 22 ottobre hanno infatti una portata lilitata. Concedono solo la possibilità alle giunte regionali di chiedere un tavolo di trattativa col governo sulle autonomie.

Cosa che in Emilia hanno ottenuto senza indire alcun referendum e senza spendere i soldi necessari ad organizzare una consultazione elettorale.

Sconfitta del celodurismo?

È significativo inoltre che il risultato di trattare maggiore “libertà amministrativa” dallo Stato centrale, sia raggiunto da una regione amministrata da forze identiche a quelle di governo, piuttosto che dalla Lega.

L’accordo con Roma impegna infatti lo Stato a trattare con l’Emilia, mentre Lombardia e Veneto sono ancora al palo.

A questo punto prende consistenza l’ipotesi che indire le consultazioni sia stato più un inutile atto dimostrativo volto a dimostrare intransigenza da parte della Lega. Peccato però che tutta la manovra sia finita per ritorcersi in un certo senso contro gli organizzatori. Di fatto hanno dimostrato di voler forzare una porta aperta. E a che costi!

E anche l’esito del referendum non dimostrerebbe nulla. Anche perché siamo ormai abituati a vedere votare solo una parte sempre minore degli aventi diritto. E poi perché una richiesta di autonomia regionale vede concordi fette trasversali di elettori. Indipendentemente dalle proposte della Lega.

Insomma, da questa vicenda Salvini, Zaia e Maroni non ne escono troppo brillantemente. Indipendentemente dall’esito del voto o dell’affluenza di domenica prossima. Risultati che al contrario saranno interpretati dalle diverse parti politiche con la solita divergenza di opinioni.

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