Il 1984 di Orwell è qui, e noi crediamo di essere liberi (e furbi)

Il 1984 di Orwell è qui, e noi crediamo di essere liberi (e furbi)

Stiamo vivendo quanto previsto dal saggista britannico.

Tutti conosciamo il romanzo di George Orwell, pseudonimo dello scrittore e saggista inglese Eric Arthur Blair, nato in India (Motihari) nel 1903 e deceduto a Londra nel 1950.

Per quei pochi che non lo ricordano basterà dire che la trama si sviluppa sullo sfondo di un mondo dominato da una rigida dittatura. Così stringente da aver creato il Ministero della Verità. A dispetto del nome, questo dicastero provvede a cancellare ogni evidenza, imponendo quello che è il pensiero del regime. E ciò attraverso decreti, leggi e dimostrazioni falsate.

Si arriva addirittura a creare un nuovo linguaggio che sia più confacente a rendere “vera” la menzogna. Se si chiedesse di rispondere che 2+2 fa 5, lo si otterrebbe.

Tutti sono tenuti quindi a comportamenti che siano dettati dal volere dello Stato. Nessuno deve vivere come vuole, ma come conviene ai vertici del potere. Nessuno deve amare se non per procreare in funzione del sistema.

Wiston Smith, però, “sente” dentro di sé il “tarlo” della vera libertà. Decide di ribellarsi, ma non sa come fare. Trova sulla sua strada Julia, che in apparenza sembra un’esecutrice degli ordini del partito, ma in realtà vorrebbe ribellarsi.

Tra loro scocca la scintilla dell’amore, quello che non si può cancellare per decreto. E in un primo tempo vivono la loro love-story come un atto di conquista personale e di ribellione al sistema.

L’amore però, quello vero, non si può nascondere. I colleghi li scoprono e li denunciano. I due vengono separati e sottoposti a brutali torture fisiche e psicologiche. Vengono infine “ri-educati” e resi pronti ad accettare che … 2+2 faccia 5.

Dopo aver riletto la trama sarebbe sufficiente sostituire il “Grande Fratello” di Orwell, ovvero la grande mente del sistema, con gli attuali potenti e le lobby finanziarie. Il Ministero della Verità è rappresentato dai media e dai social che ci martellano, ci condizionano e creano un nuovo linguaggio più adatto a farci lavare il cervello. Tutto si compra, tutto si vende!

In un mondo, quello attuale, che all’ONU ha nominato Segretario della Commissione per i Diritti Umani il rappresentante di un paese, l’Arabia Saudita, in cui i termini “libertà” e “libertà religiosa” non compaiono neppure sui dizionari.

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