Siamo l'Italia di Leopardi; Foscolo "troppo" patriota

Siamo l’Italia di Leopardi; Foscolo “troppo” patriota

Analisi di Aldo Cazzullo sul Corriere

Dalle lettere al Corriere emerge uno spaccato della “fisionomia” degli Italiani del terzo millennio. Si parte dalla missiva di un lettore che si rifà al film “Il portaborse” interpretato da Silvio Orlando.

Nel film un insegnante si vanta di evitare ai suoi alunni di studiare Foscolo o Manzoni, limitandosi al solo Leopardi e al suo “pessimismo cosmico”. Arrivando a sostenere che la cultura letteraria italiana dell’800 andrebbe “erasa”.

Perché Leopardi e non Foscolo

Cazzullo risponde riconoscendo che in effetti all’Italia di oggi piace molto di più Leopardi che Foscolo. Il poeta di Recanati, con le sue incertezze e la sua sofferenza, “parla” il linguaggio dei nostri connazionali di oggi. I quali condividono il suo pessimismo sulla natura e la vita.

Leopardi è vivo e apprezzato non solo perché la sua sofferenza parla a tutti gli uomini, ma anche perché il suo pessimismo sulla vita, sulla natura, sull’Italia si confà alla frustrazione che è il tono medio del nostro tempo. Solo che il pessimismo di Leopardi era cosmico, profondo, esistenziale; il nostro è spesso fatuo, capriccioso, indolente.

Ma, giustamente sostiene Cazzullo, il suo pessimismo era “cosmico, profondo, esistenziale; il nostro è spesso fatuo, capriccioso, indolente”.

Trascurato e dimenticato, a mio personale giudizio ingiustamente, è Ugo Foscolo. Amatore instancabile, focoso, appassionato e bello. Tutte accezioni che intimoriscono il maschio del terzo millennio. Riuscì in tutto ciò che fece: fu grande personaggio e altissimo poeta. Ma era anche “troppo” innamorato dell’Italia.

Ed è proprio qui il punto. Oggi l’amor patrio viene vissuto con una visione distorta, figlia del retaggio culturale imposto dalla scuola post seconda guerra mondiale.

A tutto ciò aggiungiamo che inneggiò all’Alfieri col verso “E l’ossa fremono amor di patria”. Non a caso Vittorio Alfieri fu un altro dei personaggi invisi al “portaborse”.

In definitiva: abbiamo poco da vantarci … se siamo l’Italia del “portaborse”.

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