L'Italia si interroga sul Rosatellum: una democrazia imperfetta?

L’Italia si interroga sul Rosatellum: una democrazia imperfetta?

Sorgono domande e perplessità sulla nuova proposta di legge elettorale

Il Rosatellum non risolve le perplessità degli Italiani.

Sono molti gli interrogativi che sono sorti tra la gente comune. E non riguardano le tecniche di voto o i complicati meandri giuridico-legali affrontati per approntarla.

Pare invece che il Rosatellum 2.0 che sta prendendo corpo accuisca la diffidenza della gente nei confronti dei partiti.

Le preoccupazioni dei cittadini

Indaghiamo quindi su quelle che sono le maggiori critiche che la “gente comune” solleva.

In primis, la diffidenza, si incrementa in modo trasversale, quando ci si accorge che le liste dei candidati, o non ci sono o sono limitate a pochissimi nomi.

In genere la gente si sentiva maggiormente coinvolta quando la scelta era ampia. Si poteva votare un partito perché incarnava meglio l’ideologia dell’elettore, ma c’era anche spazio per preferire un individuo piuttosto che un altro.

Ora invece tutto viene demandato ai partiti. E proprio in un momento storico in cui la fiducia verso gli schieramenti politici ha raggiunto il minimo storico. Impressione alimentata dal fatto che le cronache di politica interna vertono al 90% sulla preoccupazione dei partiti di ricoprire gli incarichi. E solo per il 10% sulle questioni concrete.

In pratica, dice la gente, la Democrazia, quella con la “D” maiuscola, ne uscirebbe sconfitta.

Il nuovo regime, così si dice, mette al primo posto il volere del capo transitorio del partito e gli cosegna nelle mani il potere di scegliere per tutti.

Non sarebbe grave se non intervenisse un’altra considerazione: quella della scarsa partecipazione al voto.

In questo modo ogni partito (e qui non si tratta di accusare Destra, Sinistra o Centro, ma tutti e tre) godrà di una franchigia tale da consentire ai vertici un Parlamento formato dalle persone che hanno scelto.

L’opinione e l’espressione di voto dei cittadini resta così fortemente mutilata.

La parola che più circola, e lo fa in senso dispregiativo è PARTITOCRAZIA. Per indicare una nuova e sofisticata sorta di dittatura messa in atto dai partiti.

Si aggiunga poi che molti tra gli elettori non vedono più grandi differenze di comportamento e politica tra i partiti rappresentativi. E ciò accuisce il sospetto che sia in atto un tentativo da parte di chi detiene il potere, indipendentemente dal colore, di mantenere uno status quo che avvantaggerebbe la cosiddetta casta.

Un dibattito sull’argomento potrebbe essere quantomeno opportuno.

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