Papa Francesco: Misericordia e Traditio Apostolica

Papa Francesco: Misericordia e Traditio Apostolica

Un Papa che fa discutere, come a suo tempo lo fece il Cristo.

Che Francesco sia un Papa che per molti versi paia uscire dagli schemi, mi pare un’evidenza sotto gli occhi di tutti. Spesso però le sue posizioni sono solo apparentemente originali.

Nato, cresciuto e vissuto in Sud America, Jorge Bergoglio approccia da sudamericano i problemi della società e della Chiesa.

Il filo conduttore, subito palesato dal Papa fin dai primi momenti della sua elezione, sono misericordia e attenzione verso i deboli. La scelta stessa del nome, primo tra tutti i Pontefici che abbia scelto di chiamarsi come il poverello di Assisi, ne era stata una chiara indicazione.

Vediamo ora di scendere al cuore dell’apostolato di Papa Francesco, anche servendoci del suo ultimo intervento circa l’opportunità di aprire le unioni civili agli omosessuali.

L’obiettivo dichiarato in modo esplicito e implicitamente compreso nelle azioni pastorali di Papa Bergoglio è quello del richiamo alla Traditio Apostolica.

Vediamo allora di cosa si tratta e cosa significa Traditio Apostolica

Con la morte dell’ultimo degli Apostoli, sono venuti a mancare i testimoni oculari che hanno udito le parole e assistito ai gesti del Cristo. È normale quindi ritenere che la parte fondante della religione cattolica si debba ritenere conclusa in quel momento.

Da quel preciso istante il compito di chi si dichiara Cattolico e della Chiesa stessa, voluta espressamente da Gesù, a cui sono demandate anche custodia e diffusione, è quello dell’interpretazione. Senza nulla aggiungere alla Dottrina. Va da sé, quindi, che tutto debba essere ricondotto al messaggio iniziale.

Questo non significa che ci troviamo di fronte ad una situazione piatta, antica o vecchia, o soprattutto non dinamica. Ogni dottrina subisce un’evoluzione che non la cambia, ma che vede adattare ai tempi diversi gli stessi principi di base.

Detto ciò è facile riconoscere nella misericordia uno degli elementi caratterizzanti della Dottrina di Cristo, ma oserei dire anche del Dio dell’Antico Testamento, il quale va letto e interpretato nel contesto storico e culturale dell’epoca in cui sono nate le Scritture. leggere la Bibbia, infatti, come fosse un libro di Scienze non è corretto e neppure era nelle intenzioni di coloro che, ispirati, lo hanno scritto.

Veniamo ora all’intervento di Papa Francesco circa le unioni civili, sul quale occorre considerare alcuni aspetti. Le sue parole non hanno, come sempre accade, alcunché di politico o di strategico come molti insinuano (e nella maggior parte dei casi senza aver letto i documenti del papato di Bergoglio).

Appello di misericordia

L’appello lanciato mira a evidenziare una pratica di misericordia. E ciò non perché gli omosessuali meritino oppure no un esercizio di misericordia, ma perché di misericordia ne hanno bisogno l’Uomo e l’Umanità. Si è trattato quindi di un messaggio pastorale, ambito in cui il Papa ha piena competenza. Un intervento che è compreso in modo categorico nella piena ortodossia della Chiesa.

Non si è voluto assolutamente sminuire l’importanza del matrimonio cristiano o ancor meno del Sacramento, ma è stato semplicemente un suggerimento volto a non far negare alcuni diritti civili che spettano all’Uomo in quanto diritti naturali.

La possibilità umana di concedere di potersi realizzare attraverso un riconoscimento di fatto da parte delle istituzioni, è un impegno inderogabile che deve sentirci tutti in prima linea. E questo al di là di colore della pelle, inclinazioni sessuali, idee politiche, cultura e quant’altro. Visto che la scelta di vita e del suo stile spetta certamente alla discrezione e al libero arbitrio di ognuno.

I valori cristiani non vengono per questo messi in discussione, e restano imperativi per chi ha scelto di seguire la strada del Cristo.

Un Papa tradizionalista

Molti sostengono erroneamente che Papa Francesco sia un progressista, intendendo il più delle volte questo termine nella sua accezione politica. Nulla di più sbagliato. Papa Bergoglio mi pare il più estremista dei tradizionalisti. Col suo apostolato non intende riportare indietro il pensiero di 30, 40, 100 o 200 anni come vorrebbero certi tradizionalisti. Il suo intento è quello di riportare alla nascita della Chiesa, ai suoi concetti fondanti, ovviamente con le dovute evoluzioni fisiologiche che il tempo, la Storia e la cultura hanno introdotto. Senza modificare “neppure una iota” dal significato del messaggio originario.

Non è opportuno stracciarsi metaforicamente le vesti in un gesto biblico che fu già dei Farisei. Semmai sarebbe utile approfondire alcuni concetti prima di lasciarsi andare a giudizi che immediatamente vengono riconosciuti come incompetenti.

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