Recensioni libri - Origin, di Dan Brown

Recensioni libri – Origin, di Dan Brown

L’ultimo libro dell’inventore del “thriller complottista”

Gli ingredienti della nemesi “Browniana” ci sono tutti. L’immancabile bellezza femminile che incanta per fascino e cultura, la fuga dai cattivi che inseguono e uccidono, l’intrigo politico-religioso-catastrofico, la grande mente superiore che gestisce eventi.

Tutto seguendo una trama che si differenzia in termini letterari dagli altri best-sellers di Brown. Ma che sostanzialmente ne segue pedissequamente la traccia.

Il protagonista, manco a dirlo è il mitico professor Langdon.

Questa volta il nostro viene coinvolto suo malgrado. Pensa di assistere quasi ad una festa. Che seppure nascondesse insidie culturali e relazionali in termini di credo religioso, doveva essere comunque una “celebrazione”.

Da lì partono una serie di colpi di scena piuttosto avvincenti che in ogni caso tengono il lettore avvinghiato al libro pagina dopo pagina. Fino all’inevitabile colpo di scena finale. Che come sempre non risiede nella vicenda, ma piuttosto nel significato del messaggio che i protagonisti vogliono lanciare al mondo.

Rispetto a Il Codice Da Vinci, questa volta non c’è dubbio sulla natura romanzesca del lavoro di Brown. Lo scrittore può obiettivamente permettersi di superare questi mezzucci di marketing, forte della sua fama.

L’equilibrio tra romanzo e realtà

I personaggi esistono ma non sono coloro che vivono nel mondo reale. Le figure del Re di Spagna e del suo successore non corrispondono neppure anagraficamente a quelli della realtà.

Il Papa di Roma non viene neppure nominato direttamente. Si fa riferimento solo all’indole progressista del Pontefice.

La delusione affiora quando arrivando in fondo alle pagine del libro ci si accorge che sostanzialmente tutto il romanzo si basa sull’abilità dialettica e descrittiva di Dan Brown. E non porta alcuna prova a supporto di tutto il costrutto, che resta un’opinione e nulla più.

Molto avvincente invece la parte tecnologica. I richiami sono convincenti e reali. E semmai quanto rimane dalle oltre 550 pagine è il dubbio che affiora sul rapporto tra tecnologia e Uomo. Mentre l’aspetto religioso, dopo aver subito attacchi continui, ne esce immune e inviolato.

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