Siccità, primi sintomi del non ritorno

Siccità, primi sintomi del non ritorno

L’insufficienza del vivere

La comunità scientifica non ha più parole: le ha spese tutte. Nonostante ciò si dimostra di non aver compreso che stiamo rapidamente correndo verso un baratro. Il punto di non ritorno si avvicina.

Queste sono considerazioni comuni che circolano tra gli scienziati che hanno cercato di spiegare le tragiche condizioni in cui versa il nostro pianeta.

Certo. Ci sarà anche chi ci dirà che le siccità hanno funestato la Terra anche in tempi storici. Magari ignorando o facendo finta di non sapere che in questo caso le cause sono ben diverse.

La temperatura globale del nostro pianeta sta crescendo e si dirige verso limiti insostenibili. L’accordo internazionale per contenerne la crescita al di sotto di 1,5° nei prossimi anni non decolla. Se la temperatura toccherà un aumento di 2° nei prossimi 50 anni, non passerà un secolo che la razza umana non avrà più le condizioni di sopravvivenza sulla Terra.

Stiamo quindi vivendo alla giornata in un mondo che abbiamo ereditato intatto e stiamo rendendo invivibile. Pare che questo non importi a nessuno, o a pochi.

Deserto Italia

La notizia d’attualità è che 10 regioni italiane sono in stato di calamità idrica. Nella capitale l’acqua sarà chiusa in molte zone per 8 ore al giorno. Saranno senza rifornimenti anche gli enti indispensabili come Ospedali e Forze dell’Ordine.

Le cause dirette sono da ricondurre all’effetto serra e alle cattive abitudini. Gli sprechi, lo scarso senso civico. Insomma tutti quegli ingredienti, che, se andiamo a vedere costituiscono la punta di diamante del “progetto di morte” che si è innescato spontaneamente.

Ma quello che più colpisce è l’indifferenza. Si accetta l’argomento come fosse fantascienza. E colpevolmente anche i media più diffusi trattano la cosa con sufficienza. L’importante è scatenare lo scoop per un vantaggio diretto: tutto il resto non conta.

Occorre prenderne atto. La nostra generazione non passerà alla Storia con i nomi altisonanti che ci gloriamo di attribuirci. Non saremo la generazione spaziale. O la generazione della Fisica Quantistica. Oppure la generazione tecnologica. Non saremo quelli che hanno dato maggior lustro alla civiltà o alle comunicazioni. Non saremo! Punto.

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