Termina a Londra l'era di Bolt

Termina a Londra l’era di Bolt

L’ultima gara dell’uomo più veloce del mondo

Quella del 5 agosto 2017 sarà una data che resterà negli annali dell’Atletica Leggera mondiale. Usain Bolt ha chiuso la carriera allo Stadio Olimpico di Londra conquistando la medaglia di bronzo nel Campionato del Mondo.

Non si è trattata di un a favola a lieto fine, perché tutti si aspettavano la vittoria del campione. Ma è stata comunque un’uscita di scena degna di un romanzo.

Ieri ha vinto il suo rivale. Quel Justin Gatlin più volte in polemica con Bolt. Lo stesso che è stato per due volte squalificato per doping. Che ieri sera è stato fischiato a lungo prima della gara dal pubblico londinese, non perché i britannici non abbiano mai avuto atleti dopati, ma perché il pubblico è fatto così. E per il pubblico a poco serve che ora Gatlin sia pulito.

Justin Gatlin, dopo aver vinto, ha rivolto il cenno del silenzio allo stadio ammutolito, e poi si è prostrato dinnanzi allo sconfitto, tributandogli un omaggio che nessuno si aspettava.

La leggenda

Usain Bolt sarà ricordato insieme a Jesse Owens e Carl Lewis tra le più fulgide leggende dello sprint. Un uomo che ha spostato la barriera dei limiti umani. In grado di correre 100 metri partendo da fermo in 9″58 e i 200 metri in 19″19. Bolt detiene anche il record mondiale dei 100 metri al coperto, con il tempo di 9″98 e quello della staffetta 4×100 insieme ai compagni di squadra Carter Frater e Blake, con fantastico 36″84. È campione olimpico in tre specialità.

Ma il successo di Usain Bolt è dovuto anche al carattere del campione giamaicano. Un uomo che ha sfatato il prototipo del centometrista cupo e imbronciato. Lui si è sempre presentato sorridente ai blocchi di partenza. Quasi non avesse necessità di trovare la giusta concentrazione.

Le smorfie, i sorrisi, le mimiche e le gag di Usain sono immortalate nelle immagini e sono un documento che inneggia allo sport.

Ed epico resterà anche il suo gesto di vittoria.

Usain Bolt è stato così grande che l’Atletica non si rassegna a perderlo. Già pochi minuti dopo la sua “sconfitta” si sono moltiplicati in rete le richieste di un suo ritorno in pista. Il motivo? La fiaba di Bolt non può chiudersi così.

 

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