Uno studio USA: gli adolescenti maturano più tardi

Uno studio USA: gli adolescenti maturano più tardi

L’esito di uno studio allarma i sociologi

Gli adolescenti tardano sempre più a diventare adulti. È questo l’esito scioccante di uno studio condotto negli USA, riportato in Italia, tra gli altri, dal quotidiano “Repubblica“.

Sicuramente ci sarà chi affermerà di essersene già accorto. Ma ora la conferma viene in via ufficiale.

La ricerca sostiene che i diciottenni di oggi sarebbero equiparabili ai quindicenni di qualche decennio fa. I venticinquenni sarebbero simili ai diciottenni di un tempo.

Questa affermazione è stata resa dopo aver analizzato i comportamenti negli ultimi 40 anni di 8,4 milioni di giovani statunitensi di età compresa tra i 13 e 19 anni. Quelli che noi chiamavamo teenagers, ma che oggi hanno nomi molto suggestivi. Come ad esempio: “Millennial”, per i nati tra il 1980 e il 1994. Oppure “iGeneration, come quelli che hanno avuto i natali tra il 1995 e il 2012.

In Italia il fenomeno è già stato previsto, seppure in termini diversi come età. Ci si riferisce ai “Bamboccioni”.

È emerso che molte tra le esperienze che sono tipiche degli adulti, come aver un partner, guidare e lavorare, siano affrontate oggi dai giovani con un notevole ritardo.

Un fenomeno in crescita

Jean Twenge, autrice dello studio e docente di psicologia alla San Diego State University, ha pubblicato un libro dal titolo lunghissimo: “iGen: why today’s super- connected kids are growing up less rebellious, more tolerant, less happy – and completely unprepared for adulthood” (Atria Books). Che tradotto significa: “iGen: perché i ragazzi super-connessi crescono meno, sono meno ribelli, più tolleranti, meno felici – e completamente impreparati all’età adulta”.

La tendenza sarebbe in aumento.

La studiosa ha dichiarato:” A partire dal 2000 si assiste un crollo continuo nel numero di adolescenti che fanno cose considerate un allenamento a entrare nella vita adulta. Intorno al 2010 i 17-18enni uscivano per appuntamenti romantici meno di quanto facessero i 15-16enni negli anni 90. E mentre intorno al 1991 il 54% dei diciassettenni aveva già avuto esperienze sessuali, nel 2015 questa percentuale è scesa al 41%”.

Ci sarebbe però un dato confortante. L’appuntamento col primo contatto con l’alcool dei 13-14enni tra il 1996 e il 2003 è scesa del 59%.

Il fenomeno è diffuso in modo generale. Risultati sovrapponibili sono emersi confrontando i soggetti suddivisi per etnie e genere dei giovani statunitensi, in modo trasversale.

tra le deduzioni che sono state fatte a spiegazione del fenomeno, ci sarebbe il maggiore agio, la riduzione delle dimensioni della famiglia, il maggior reddito complessivo e l’avvento della tecnologia.

 

 

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