Vi do una bella notizia: la morte non esiste

Vi do una bella notizia: la morte non esiste

O meglio, non come crediamo noi.

Come avrete capito il titolo è provocatorio, ma la sostanza invece non lo è più di tanto.

Epicuro soleva mitigare l’eterno timore che ha sempre pervaso l’animo umano sostenendo le proprie idee attraverso un’equazione: la morte non è qui quando ci siamo noi. E quando invece c’è la morte, noi non ci siamo più.

Bella consolazione, direte giustamente: questo significa che dovrà arrivare un giorno in cui non ci saremo più!

Senonché in supporto alla Filosofia recentemente sono accorse anche alcune teorie quantistiche. Starebbe prendendo infatti campo la convinzione che la coscienza non sia in realtà generata dalla materialità del corpo o da alcune sue derivazioni, come sempre abbiamo dato per scontato, ma che sia in realtà così indipendente da poterne addirittura sopravvivere.

La sostanza di questi ragionamenti avvicinano quindi Scienza e Religione.

Come sappiamo quest’ultima ha sempre sostenuto, almeno nelle dottrine maggiormente diffuse, la sopravvivenza dell’anima oltre la morte.

Ovviamente, come avviene abitualmente in assenza di prove sperimentali è legittimo accettare e nutrire ogni tipo di scetticismo.

Speculazioni e ricerca scientifica

Le speculazioni in questo campo sono infatti numerose almeno quanto le serie considerazioni scientifiche. Se non sono addirittura superiori numericamente. Di certo, però, l’invito a riflettere è forte e supportato in questi ultimi tempi dall’attenzione di molti scienziati. Immaginare la coscienza svincolata da legame prettamente fisici, o almeno da quelli rispondenti alla Fisica cosiddetta ormai tradizionale, non è più un’ipotesi da relegare nel campo dell’assurdo.

Si tratta certamente di concetti difficili da accettare. E forse anche da comprendere. Ma dobbiamo ammettere che i recenti progressi scientifici ci hanno convinto a ritenere con una buona dose di sicurezza, che il Tempo non scorra uniformemente, che lo Spazio possa contrarsi e che prima del Big-Bang probabilmente non esistevano né uno e neppure l’altro. In altre parole: la teoria della relatività generale.

Ecco quindi che provare a pensare che dopo la morte del nostro corpo, la coscienza (o l’anima, come direbbero altri) possa sopravvivere, non sarebbe più un’idea balzana. Specialmente se si arrivasse alla conclusione o addirittura alla prova che essa non sia generata dal corpo.

Affascinante, vero? Storicamente, poi, sarebbe la prima volta nella Storia dell’Umanità che Filosofia, Scienza e Religione vadano a braccetto. Strano che per metterle d’accordo ci sia voluta proprio la nemica più temuta attraverso i millenni: Monna Morte.

 

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