Come nasce l’identificazione di Baal con un’entità malefica
Potrà anche sembrare strano ma il nome Baal, che oggi, anche a causa della cinematografia e della narrativa, ma comunque in virtù di una specificazione, è utilizzato per indicare un’entità demoniaca, non è sempre stato tale.
In epoca cananea, e dunque pre-ebraica, si indicava col termine baal il “padrone” o il “signore”. Veniva dunque usato per designare il nome del dio dei cananei.
Questa trasformazione da semplice nome a significato malefico si deve all’epoca in cui gli Ebrei erano enoteisti, e adoravano Elohim (Adonai), nello specifico chiamato con il tetragramma sacro, ma ammettevano l’esistenza di dei che proteggevano altri popoli. Da notare che anche Adonai, in ebraico, si traduce con “Signore”.
Con il passaggio al monoteismo, l’adorazione di altri dei non fu più accettata, e quando avveniva partiva l’accusa di idolatria.
Quella contro gli idoli fu una guerra concettuale dura e lunga, tanto che, sotto altri aspetti, è ancora presente ai giorni nostri.
Baal, essendo un dio adorato da altre popolazioni, era considerato una falsa deità e quindi un elemento sviante dalla fede ebraica, e divenne normale chiamare con questo nome i vari idoli.
Al tempo di re Saul questo processo non era ancora avvenuto, tanto è vero che un figlio di Saul portava il nome di Is-Baal (Iš-Baal = אִישׁ-בעל, uomo, o in questo caso figlio, di Baal), e come tale appare nel Secondo Libro di Samuele, quando fu incoronato re di Israele alla morte del padre e dei fratelli maggiori, e successivamente ucciso da due ufficiali di re David.
Is-Baal nacque nel 1053 a.C. dal padre Saul e la madre Ahinoam, e fu assassinato nel 1010 a.C., dunque all’età di 43 anni. Due ufficiali di David lo sorpreso mentre dormiva nella sua tenda e lo uccisero per portare la sua testa a David credendo di ingraziarselo. David invece fu sdegnato di un atto così vile, e fece tagliare le mani ai due, mandandoli poi a morte e impiccando i loro cadaveri. Is-Baal fu sepolto a Hebron.
Questo indica l’importanza del simbolo e del riferimento che si attribuisce a un termine, fattore che nell’ebraismo assurge in modo ancora maggiore per l’estrema importanza e peso che assume il nome in genere.

