Il pendolo di Foucalt e la Politica

Il pendolo di Foucault e la Politica

Rete, elezioni e tuttologi.

Chi scrive non può certamente essere definito un ammiratore di Umberto Eco. Indubbia è però la valenza dello scrittore alessandrino scomparso nel 2016, quale filosofo e sociologo.

In uno dei suoi romanzi, certamente non altrettanto noto de “Il nome della rosa”, ha proposto un tema interessante. “Il pendolo di Foucault” prende il nome da quello strumento passivo che testimonia circa la rotazione della Terra. Ma propone tutta una serie di interrogativi e di soluzioni che vanno a mio giudizio attentamente valutate.

Innanzitutto traspare la domanda circa la cultura e la specializzazione, quando sono utilizzate per scopi diversi da quelli divulgativi. Si rischia di trascendere nel fantastico. E da lì a passare al ridicolo poco ne corre.

Secondo quanto si deduce dal pensiero di Umberto Eco i “tuttologi” strumentali non sono un bene per la collettività. Addirittura sconfinando nell’ossimoro che … chi più sa, in realtà ne sa meno.

Certamente una conclusione che scuote le coscienze. Che richiama alla mente un’altra citazione ancora più forte: quella di Biante di Priene, uno dei Sette Saggi, il quale sentenziò: “La maggior parte degli uomini è cattiva”. Concetto che mette in discussione addirittura le certezze circa la Democrazia. Sostenendo che “chi più sa, meno sa”, si mette invece una bomba sotto il concetto di cultura.

È però evidente la provocazione. Si tratta ovviamente della cultura, quella con la “c” minuscola, perché usata male.

Oggi le discussioni imperversano in rete. E già in passato Eco aveva espresso il proprio dissenso alla libertà di Internet. Il filosofo sosteneva in sostanza che ora le voci dei “cretini”, che prima avevano come massima cassa di risonanza prevalentemente un bar, oggi vengono lette da chiunque.

Il problema della rete male utilizzata è grave. Invece di servire a formare, molto spesso disinforma. E questa funzione diviene cruciale quando si predica pseudo-cultura a chi vuole o deve imparare. Un delitto contro l’Umanità!

Cosa c’entrano le elezioni?

Presto detto. In coincidenza con ogni tipo di elezioni politiche o amministrative si scatena la rete. Fioriscono i tuttologi, impazza la bufala.

Tradotto in questi termini sembrerebbe un problema devastante. Per fortuna siamo ancora in tempo. Se approfondiamo i commenti a queste “prediche mediatiche” di chi vuole farci votare come vuole, ci accorgiamo che a commentare sono sempre gli stessi pochi, qualcuno dei quali ha forti interessi. E se contiamo i “Mi piace” scopriamo che, per i più “sfigati”, non arrivano al numero delle dita di una mano.

Attenzione però! Lor signori i “tuttologi” nella maggior parte dei casi dimenticano che per fare breccia sui social occorre pagare le sponsorizzazioni previste. Senza le quali a leggere i loro scritti restano sempre e solo gli stessi. Per cui: prima che se ne accorgano corriamo ai ripari e ragioniamo con la nostra testa.

Usiamo la rete per imparare. Ma non si impara dai “tuttologi”. Cerchiamo siti seri e affidiamoci ai pochi che … sanno ciò che scrivono. Controlliamo le fonti e affidiamoci solo a quelle documentate e affidabili. Controlliamo chi ha approvato e chi ha dissentito. Solo così eviteremo di tornare indietro, e cioè a quando la Cultura era dominio di pochi.

 

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