Le droghe "leggere" sono in realtà "pesanti"?

Le droghe “leggere” sono in realtà “pesanti”?

Approfondimento scientifico su effetti di hashish e marijuana.

Il termine “droga leggera” è ormai entrato nel uso comune, come purtroppo la disattenzione che si presta a questi stupefacenti che sono in qualche modo “tollerati”.

In realtà ben pochi sono coloro che prestano attenzione ai numerosi studi e alle dichiarazioni di ricercatori che avvertono sulla potenzialità di queste droghe.

Il cannabis è il principio attivo che si trova in marijuana e hashish, le droghe più leggere in commercio. Ne usufruiscono persone di tutte le età, compresi numerosissimi minorenni, e anche adolescenti. Un recente studio statistico ha scoperto che a fare uso di cannabis in una delle numerose forme a disposizione è almeno il 20% degli Italiani.

Spesso si sente dire che la “canna” fa meno male della nicotina o del vino. Può essere vero ma esclusivamente subordinando questa affermazione a parametri che purtroppo non vengono considerati. La verità è che la cannabis ha caratteristiche che nicotina e vino non hanno ed altre che possiedono in misura minore.

Cosa accade quando inaliamo cannabis

La cannabis introdotta nel corpo si associa ai recettori dei cannabinoidi che risiedono in molte parti del sistema nervoso centrale. Su questi specifici recettori agiscono normalmente alcune molecole, chiamate endocannabinoidi. Il nostro organismo li produce al fine di consentire il funzionamento delle attività cerebrali e delle funzioni cognitive.

L’inserimento di esacannabinoidi dall’esterno, come primo effetto, interferisce su questo complicato sistema. I risultati sono il deficit dell’attenzione, dell’apprendimento, della memoria e i disturbi del comportamento.

Il motivo risiede nel fatto che i recettori risiedono e sono particolarmente concentrati nelle aree cerebrali che regolano le funzioni cognitive complesse e il comportamento. Ve ne sono moltissimi anche nella corteccia pre-frontale. In questo caso si vanno a compromettere le reazioni neurali riguardanti l’iniziativa, le decisioni e la fluidità verbale. E vengono inficiate anche le aree preposte alla capacità di valutazione delle conseguenze e dei rischi dei propri comportamenti. Gravi conseguenze ne trae anche l’attitudine dell’individuo alle proprie motivazioni.

Questi effetti si moltiplicano in età adolescenziale, essendo quella in cui il cervello matura. Ma i rischi gravissimi si protraggono anche dopo i 20 e fino ai 30 anni. Lo sviluppo delle connessioni cerebrali della sostanza bianca del cervello prosegue in quel periodo, producendo mielina che avvolge gli assoni dei neuroni e consente la trasmissione degli impulsi nervosi.

Effetti acuti e cronici

L’assunzione di cannabis provoca effetti che sono acuti, ma anche molti che si protraggono nel tempo. Entro 30 minuti dall’assunzione si verifica il picco di passaggio nel sangue attraverso gli alveoli polmonari. Non c’è una regola fissa sulla reazione emotiva dell’individuo. Di volta in volta la cannabis può provocare euforia oppure ansia. L’entità degli effetti dipende inoltre dalla vulnerabilità del consumatore. Associare cannabis all’alcol può arrivare a provocare il coma. Sono probabili alcuni effetti minori come secchezza delle fauci, arrossamento degli occhi, spesso accompagnati da tachicardia.

L’uso prolungato e/o sistematico può indurre effetti cronici e dipendenza. Si manifestano con chiarezza perciò i danni comportamentali e neurologici già citati. E divengono cronici.

È stato inoltre provato che l’uso di cannabis anche in modalità ricreativa incrementa del 17% (!) il pericolo di ischemia, percentuale che sale al 31% se l’assuntore è fumatore, e al 42% se fa uso di cocaina. I rischi cardio-vascolari sono inoltre stati oggetto di numerosi studi che ne attestano il forte coinvolgimento.

Per ultimo un cenno alla cannabis “terapeutica”. Sarebbe bene che si chiarissero bene le differenze tra due prodotti che si differiscono anche per composizione chimica. In modo da non consentire confusioni che potrebbero far pensare a effetti benefici del “fumo”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*