Le galassie primordiali producono stelle vecchie 12 miliardi di anni

Le galassie primordiali producono stelle vecchie 12 miliardi di anni

Viaggio verso l’origine dell’Universo.

L’unico modo che possediamo per il momento, per viaggiare nel Tempo, è l’osservazione dell’Universo. Ogni volta che i nostri radiotelescopi si spingono più lontano, abbiamo l’opportunità di capire cosa è accaduto nel passato.

A circa 11/12 miliardi di anni luce da noi esistono alcune galassie molto compatte e attive. Vengono definite “galassie primordiali” perché le vediamo come erano quando l’Universo aveva 2 miliardi di anni. Ne consegue che possiamo studiare in diretta le loro vicende risalenti a 12 miliardi di anni fa.

La velocità della luce, limitata nel vuoto a meno di 300.000 km. al secondo, svela le loro vicende con questo ritardo. Così come riusciamo a vedere la luce del Sole circa 8 minuti dopo che è stata emessa dalla nostra stella.

Un articolo di Kotaro Kohno dell’Università di Tokyo, apparso su “Nature”, descrive quindi come era il nostro Universo 12 miliardi di anni fa. E ciò attraverso lo studio di 39 galassie primordiali, che producono (sarebbe meglio dire producevano) circa 200 stelle all’anno. Nuove stelle, per noi che le vediamo solo ora e in diretta. Ma già vecchie di 12 miliardi di anni.

Si tratta di concetti molto semplici per gli astrofisici, ma che per noi comuni mortali necessitano di qualche secondo di concentrazione per essere assimilati.

La ricerca sulle origini del nostro Universo procedono a ritmo serrato. E non a caso insisto nel sottolineare “nostro” Universo. Secondo teorie piuttosto diffuse all’interno della comunità scientifica, si possono ipotizzare molti universi che sarebbero scaturiti dal nostro o da altri Big-Bang, formando diverse dimensioni.

Stiamo imparando che il Tempo (quello con la T maiuscola, è relativo. Il paradosso dei gemelli ci insegna che non scorre in modo sincrono per tutti. Sono relative anche le dimensioni, correlate al nostro metodo di misura. Si è arrivati addirittura a scoprire che la coscienza sarebbe distinta da fattori fisici, e sarebbe eterna. Lo studio dei buchi neri ci dice che esistono situazioni in cui non esiste né tempo né spazio. Le leggi della Fisica tradizionale non funzionano nell’infinitamente piccolo come invece trovano riscontro nell’immensamente grande.

Tutti quesiti che ci spingono verso la ricerca dell’origine di tutto. Che in fin dei conti non è che la ricerca di noi stessi. Al di fuori e al di dentro di noi.

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