Londra: stato di allerta critico. Rischi imminenti

Londra: stato di allerta critico. Rischi imminenti

L’attentato di ieri alla metropolitana londinese

La tentazione da parte de Il Super Redattore di dare la notizia ieri in diretta, come “Ultima Ora”, è stata grande.

Fedeli però al nostro impegno di approfondimento degli argomenti, pubblichiamo ora sviluppi e analisi di cronaca.

Lo stato di allerta della capitale britannica passa da “SEVERO” a “CRITICO”. Si tratta del grado di attenzione più alto in assoluto previsto dai protocolli inglesi.

La premier Theresa May ha reso noto di aver dislocato militari in appoggio alle tradizionali forxze dell’Ordine impiegate in questi casi.

Qualcosa che suona come stranamente vicino ad uno stato di guerra, della quale l’impressione è che ne manchi solo la formalizzazione.

Poco importa che sia arrivata la rivendicazione dell’attentato da parte dell’Isis. Vero o no che sia, siamo ormai abituati ad avere queste conferme in conseguenza alla strategia del terrore applicata dall’esercito islamico.

L’ordigno non era complicato e pare addirittura sia di fattura artigianale.

Questa precisazione alimenta la diffusa opinione che a divenire terroristi possano essere anche “cani sciolti” che si “auto-proclamano” soldati dell’Isis.

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan ha dichiarato che è in corso una vera e propria “caccia all’uomo”, a conferma del fatto che si ritiene un unico individuo responsabile dell’esplosione.

I fatti

Alle 8.20 di ieri mattina, è esploso un ordigno contenuto in una busta di nylon. Era posto in un vagone della metropolitana nei pressi di Parsons Green, vicino a Fulham, a Londra.

I feriti, per fortuna non gravi, sono stati 29. Alcuni tra essi vittime di ustioni principalmente al volto. Altri calpestati dalla folla. I colpiti sono stati immediatamente trasportati nei quattro ospedali della capitale.

La polizia ha immediatamente definito l’evento come un fatto terroristico. Ieri sera è poi giunta la rivendicazione dell’Isis attrvaerso un comunicato di quella che è la sua agenzia di propaganda: Amaq.

La situazione è ora piuttosto tesa. Il passaggio al più alto grado di allerta comporta tra i suoi presupposti il pericolo di nuovi attacchi.

 

 

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