Quando in Politica si confondono rappresentanza e competenza

Quando in Politica si confondono rappresentanza e competenza

Democrazia è un concetto, non una parola.

Stiamo evidentemente vivendo un periodo che pare esaltare il Riduzionismo. Una prima denuncia è arrivata da una fonte di osservazione autorevole. Il Papa emerito, Benedetto XVI, quando era ancora titolare della Cattedra di Pietro aveva denunciato il pericolo del Relativismo. Un rischio in cui si incorre quando, pur conoscendo una materia, si tende a relativizzarne i concetti.

Rispetto a pochi anni fa, e senza curarsi di mettere rimedio a questa grave lacuna, la situazione pare peggiorata. Il panorama culturale si dimostra davvero povero e sterile. Si passa quindi a dover temere un altro nemico: il Riduzionismo.

Rispetto al relativizzare, ridurre implica, tra le altre cose, una peggiore conoscenza dei problemi che si propongono.

In questa ottica va inserita anche la discussione politica circa la rappresentanza dei parlamentari che debbano essere i delegati del popolo nei consessi decisionali.

Laurea, diploma o licenza media? Tutto è relativo

È d’attualità la diatriba che si affronta sul grado di istruzione dei nostri rappresentanti politici. Sui social infuriano le ironie su questo o quel personaggio in base alla sua carriera accademica, o sul possesso o meno di un titolo di studio.

Si dimenticano totalmente i principi di competenza e di rappresentanza, che dovrebbero invece essere considerati fondamentali.

Oggi per essere eletti alla Camera o al Senato non occorre alcun requisito, se non l’età indicata dalla legge. Un principio altamente democratico ma che porta con sé il gravame di una penalità pratica. La realtà ci dice infatti che il requisito di fondo, non indicato da alcuna legge, è quello di essere “scelti” da un partito.

Tertulliano, già al finire del II secolo d.C., ci convinse che se una legge è sbagliata occorre cambiarla. E se vediamo che di fatto una funzione democratica non viene esplicitata, bisogna intervenire per correggere il tiro. Ne deriva quindi la necessità di una regolamentazione sui requisiti che debbano possedere i candidati.

Ritornano quindi in campo i due concetti di base, che sono la rappresentanza e la competenza. È giusto che il Parlamento sia composto il più possibile da una fotografia significativa della composizione reale del Paese. Senza dimenticare però che per condurre una Nazione, da che mondo è mondo, è indispensabile avere certe capacità.

Il metro di paragone può essere in certi casi il livello di cultura, ma in altri deve essere aver dimostrato dei risultati nel corso della vita. Specialmente nelle discipline che possano essere utili nell’amministrazione del Paese.

Non serve quindi accanirsi contro un parlamentare se ha “solo” la terza media, o anche meno. Occorre giudicare la persona nel suo complesso.

Perché due camere quasi uguali?

Una proposta che potrebbe ovviare alla duplicazione di fatto delle due camere parlamentari, potrebbe essere quella di crearne una (in sostituzione di una delle due), in cui vengano eletti i rappresentanti delle categorie. Una Camera in cui siano rappresentati i portavoce di ogni mestiere, professione, arte e quant’altro.

L’altra potrebbe essere riservata invece a chi ha avuto la fortuna di approfondire studi e cultura. Le leggi, in questo modo, passerebbero attraverso il doppio setaccio dell’esperienza diretta e della teoria. Come si è soliti fare nelle scelte oculate che un padre di famiglia opera tutti i giorni. Tenendo conto dei risvolti culturali, ma anche della pratica quotidiana.

Non si capisce perché, infatti, debbano esistere Camera e Senato, che sono uno la quasi copia dell’altro, differenziate solo dal voto di persone che hanno solo 7 anni in più, e da eletti, anch’essi “scelti” che sono solo più attempati.

Abbiamo assistito in passato, e constatiamo tutti i giorni, che spesso il bicameralismo espresso con due consessi simili si presta a giochini politici che nulla hanno a che fare con la concretezza dei fatti. Con due camere differenziate per competenza e rappresentanza si avrebbe invece un senso che sarebbe benefico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*