Saremo meno prestanti e poco intelligenti, lo dice la Scienza

Saremo meno prestanti e poco intelligenti, lo dice la Scienza

Inversione di tendenza nell’evoluzione psico-fisica dell’Uomo

Le notizie non sono molto confortanti. Dopo quella che attesta che il massimo dell’espressione intellettiva umana è stato raggiunto nel 500 a.C. dopodiché è iniziato il regresso, arriva anche il verdetto sulle nostre capacità fisiche.

La comunità scientifica è pressoché concorde nel ritenere che l’Uomo abbia raggiunto anche i limiti di prestanza ed efficienza fisica. E che da ora in poi inizierà a regredire sotto questo aspetto.

L’indagine condotta da alcuni ricercatori ha trovato spazio sulla rivista Frontier in Physiology ed è riportata anche dalla rivista Focus.

Dovremo rinunciare a cercare nuovi record biologici e anche atletici. Questo è l’amaro verdetto a cui si è giunti dopo aver valutato tutte le prospettive e i dati storici in relazioni alle potenzialità umane. E questo stato di cose risulta penalizzato ulteriormente dalle condizioni ambientali e climatiche che si sono determinate.

I record resteranno imbattuti

La prospettiva va inoltre a variare le speranze di avere un’attesa di vita più lunga. Il record in questo caso è detenuto da Jeanne Calment, morta nel 1997 all’età di 122 anni e 164 giorni. E sarebbe quindi destinato a restare imbattuto.

A dire il vero qualche sentore era arrivato dal mondo dello Sport. In Atletica Leggera, disciplina in cui è più facile confrontare i valori delle performance, da alcuni anni risulta difficile superare i record. Cosa che in passato avveniva sistematicamente.

La ricerca è stata effettuata da un equipe dell’Università di Parigi-Descartes. Ha preso in considerazione oltre 160 studi sui limiti fisiologici dell’uomo che sono stati effettuati nel corso degli ultimi 120 anni. Tra i vari fattori considerati troviamo performance atletiche, longevità, i dati sulla statura attraverso gli anni, inquinamento e altri dati climatico-ambientali.

Le osservazioni condotte fanno pensare non solo ad una stabilizzazione dei fattori psico-fisici, ma addirittura ad una regressione, i cui effetti starebbero già per iniziare.

Nel considerare come sarà l’Uomo di domani dobbiamo quindi aggiungere queste amare considerazioni, e rinunciare a sperare di diventare dei “superman”.

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