Vae Victis. Repubblica Sociale e Alleati: due facce di una medaglia

Vae Victis. Repubblica Sociale e Alleati: due facce di una medaglia

Dai tempi di Brenno … “Guai ai vinti”

Il condottiero Gallo, Brenno, ha impartito un’amara lezione a tutte le generazioni successive. La sua frase “Vae Victis” che la tradizione vuole avesse accompagnato il gettare la sua pesante spada sulla bilancia, è sempre attuale.

Dopo aver pattuito il peso in metalli nobili che i Romani avrebbero dovuto pagare al capo dei Galli Senoni, nel 390 a.C., dopo il sacco di Roma, Brenno, quando vide che i piatti della bilancia erano in equilibrio, sfoderò la spada. Gettandola sul piatto opposto a quello in cui era posato il riscatto, gridò: “Guai ai vinti”.

Qualcosa di simile si verifica anche ai nostri giorni. È facile intravvedere in alcune posizioni dei vincitori delle guerre moderne un po’ dello spirito di Brenno.

Per sostenere queste tesi sarebbe facile fare ricorso ai vari trattati del passato. Ma anche oggi, in pieno periodo di Pace in Europa, la frase risuona nelle stanze della Politica.

È di questi giorni la notizia della condanna del Sindaco di Affili, paese natale di Rodolfo Graziani. Il Generale è stato giudicato “criminale di guerra” per l’utilizzo dei gas in Abissinia. Ma più semplicemente è stato accusato dall’ANPI perché fascista e protagonista nella RSI come Ministro della Guerra.

Eppure il Sindaco ha voluto dedicargli un sacrario, ritenendolo comunque “il più illustre dei concittadini”. L’ANPI è prontamente insorta. Il fatto è finito in Tribunale. Da cui la condanna.

Riguardo all’utilizzo dei gas tossici, nulla da ridire. Si tratta di un uso barbaro. Ma viene da chiedersi come viene giudicato l’aver rilasciato le bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki. Eppure nessun soldato o Generale americano è stato decretato “criminale di guerra”. Vae Victis.

Chi era Graziani

Per onore di Verità va detto poi che Rodolfo Graziani corse il rischio nel 1905, ben prima del Fascismo, di essere espulso dalla Scuola Ufficiali, per aver letto “Avanti” in camerata. E ancora prima partecipò a tumulti in sostegno agli insorti socialisti che volevano cacciare lo Zar.

Insomma le sue tendenze socialiste non erano certo un mistero. E queste ideologie lo accompagnarono tutta la vita. Partecipò alla guida delle sue truppe sia alla Prima Guerra Mondiale (il Fascismo non era nato), che alla Seconda, in cui fu esonerato dagli incarichi in conseguenza di una sconfitta subita dagli Alleati.

La sua adesione alla Repubblica Sociale va contestualizzata nella scelta di un militare, che in quel momento ha preferito combattere nelle file di quello che ha giudicato il governo legittimo del Paese.

La Storia però parla la sua propria lingua. E avvengono casi come quello che vede coinvolta la Francia di Petain. Fu un governo collaborazionista con i Tedeschi, e fu chiaramente al servizio di Hitler. Eppure la Francia di De Gaulle prese posto da vincitore al tavolo della Pace. I Partigiani contribuirono a sconfiggere il Nazismo. E invece l’Italia della Resistenza pagò lo scotto della sconfitta.

Vae Victis.

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