Scientific American: il coronavirus potrebbe avere un limite di mutazioni

Scientific American: il coronavirus potrebbe avere un limite di mutazioni

Con le prossime varianti calerebbe la capacità di eludere i vaccini

Nonostante le 12 varianti diffuse attualmente per il mondo, il professor Vaughn Cooper, docente alla prestigiosa Università e Scuola di Medicina di Pittsburgh, biologo e microbiologo dell’evoluzione, lancia un messaggio di speranza.

Cooper sostiene in un suo recente articolo pubblicato sulla versione statunitense web di Scientific American, che SARS-CoV-2 avrebbe un numero limitato di mutazioni.

Secondo quanto espone il professore, il virus starebbe esaurendo le sue possibilità di mutazioni importanti.

Scrive infatti: “Poiché molte varianti scoperte di recente sembrano ricampionare le mutazioni trovate in altre varianti stabilite, possiamo ipotizzare che il virus stia iniziando a esaurire nuovi adattamenti importanti. Ma questo non significa che le forze dell’evoluzione si fermeranno quando inizieremo ad avvicinarci all’immunità del gregge e ad allentare le restrizioni. La storia ci dice che i virus possono evolversi rapidamente per eludere le barriere alla trasmissione, soprattutto quando le infezioni rimangono numerose”.

Quello che emergerebbe di importante sarebbe il fatto che tra le caratteristiche che il virus potrebbe indebolire ci sarebbero anche la capacità di alto contagio e quella di eludere i vaccini.

Il professor Cooper cita nell’articolo alcune delle varianti più diffuse, esponendone le caratteristiche di base. Come specialista nell’evoluzione dei virus, il professore fa riferimento al modello evolutivo convergente. Ha ravvisato infatti tali modelli nelle sequenze genomiche dei virus in migliaia di pazienti.

Copper avverte però che non bisogna comunque abbassare la guardia. Le forze dell’evoluzione, infatti, non si fermeranno quando inizieremo ad avvicinarci all’immunità del gregge e ad allentare le restrizioni. Se le infezioni resteranno numerose, i virus riprendono forza evolutiva e possono ancora generare varianti pericolose.

La raccomandazione è quella di incrementare gli sforzi per l’individuazione precoce delle varianti, per studiare e anticipare le necessità delle modifiche ai futuri vaccini.

 

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