La spesa col pensiero: Neuromarketing e Coronavirus

La spesa col pensiero: Neuromarketing e Coronavirus

Studiando l’indice di gradimento di quando si fissa un prodotto al supermercato si potrebbe arrivare ad una spesa fatta senza toccare nulla

Grazie ad una tecnologia  sviluppata da alcune università che studiano gli impulsi cerebrali legati alla vista potrebbe  bastare soffermarsi con lo sguardo su un prodotto per indicarne il gradimento. In pratica, quando siamo di fronte agli scaffali, il nostro sguardo si sofferma sui prodotti più esposti e, se questo nostro gradimento venisse registrato, potrebbe diventare veramente una “spesa fatta con il pensiero”.

Finora si sono stati fatti tanti studi per progettare la collocazione dei prodotti più desiderati. Vi siete mai chiesti perché le verdure fresche (che, talvolta, per apparire tali vengono addirittura bagnate) o prodotti da forno profumati sono spesso posti all’inizio del tragitto? La risposta é perché i primi esprimono genuinità, gli altri perché non c’è niente di più potente dell’olfatto per stimolare un’emozione. E già questi due indizi bastano per far preferire un supermercato/negozio piuttosto che un altro. Non é un caso, poi, che nei banchi gastronomici non manchino quasi mai gli assaggini, perché questi invogliano l’utente all’acquisto. Un esperimento condotto dall’Università di Leicester ha, inoltre, dimostrato che la scelta tra due vini stranieri ricade inevitabilmente su quello dello stesso Paese della musica proposta in sottofondo. Siccome gli scaffali attirano attenzioni, il banco della gastronomia é spesso posto oltre essi, per costringere il consumatore a passarvi davanti. L’altezza occhi è quella prediletta per i prodotti più costosi mentre quelli a poco prezzo, come per esempio il sale, sono spesso collocati negli scaffali inferiori. Tutte strategie che “guidano” il consumatore.

Ecco, quindi, che nel presente momento storico, in cui toccando i prodotti sugli scaffali si rischia la contrazione del  Covid-19, potrebbe essere una rivoluzione lo “shopping in un batter d’occhio“. Partendo da quelli che sono i prodotti più di gradimento, di solito quelli che infondono un maggior senso si sicurezza (bionaturali, biologici), potrebbero essere creati dei veri e propri percorsi per “guidare” il consumatore non solo ad acquistare ma anche a farlo a colpo sicuro, senza necessariamente toccare più prodotti. Vedremo gli esperti di neuromarketing se ci riusciranno.

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