Un Festival nel segno dell'Italia che cambia

Un Festival nel segno dell’Italia che cambia

Si chiude il Festival dei record. Baglioni verso la riconferma.

Il Festival di Sanremo si riconferma come uno degli eventi di costume epocali del nostro Paese. E questa edizione ribadisce quanto hanno torto quei pochi che per snobismo evitano di assistervi almeno in TV.

Volenti o nolenti questa manifestazione canora esula dal mondo delle cosiddette “canzonette” ed abbraccia ambiti importanti. È divenuto in qualche modo il termometro dello stato sociale. Non solo dell’Italia, ma dell’Europa intera.

Sul palco salgono infatti le espressioni più diffuse della cultura e dello spettacolo. Quest’ultimo inteso a sua volta come la manifestazione dello stato d’animo generale.

Questi sono i motivi fondamentali per cui il Festival di Sanremo viene seguito. Non per essere sbirciato con malintesa superficialità e sufficienza, ma per entrare nel vivo della nostra attualità quotidiana.

Il Festival di Claudio Baglioni ha ricevuto consensi anche perché ha riportato al centro della manifestazione i cantanti. Ma si badi bene: è stato il mezzo per integrare l’evoluzione canora italiana nel contesto più ampio del suo tessuto culturale.

I vincitori

E le giurie ci hanno messo poi la loro parte, creando un podio che esula dalla classicità e proietta il panorama musicale italiano in un’orbita universale.

Hanno vinto Ermal Meta e Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente“.I vincitori hanno, come sappiamo, rischiato l’esclusione per problemi formali. L’accusa di plagio di “loro stessi” è poi rientrata. Il testo grida una denuncia contro ogni guerra, qualsiasi fonte di violenza, il terrorismo e tutte le prevaricazioni. La voglia dell’Europa e del Mondo di resistere alla barbarie e alle incoerenze prorompe e tocca l’anima dei giurati e del pubblico.

Non a caso il Premio della Critica per le Nuove Proposte è andato al brano “Stiamo tutti bene”. Un modo per vedere con gli occhi di un bambino una delle più grandi tragedie dell’Umanità. Il premio dei giovani è andato a Ultimo, che ha sbaragliato la concorrenza con “Il ballo delle incertezze”, un brano che esprime uno dei malesseri interiori dei nostri ragazzi.

Completa il podio dei Big un gruppo, Lo Stato Sociale, con “Una vita in vacanza”. Anche qui troviamo motivi sociologici nell’invito a tutti di prendere la vita in un modo più a misura d’uomo.

Il terzo gradino del podio è andato a Annalisa con “Il mondo prima di te” a sancire con una canzone d’amore il diritto a questo meraviglioso sentimento, da sempre protagonista del Festival.

Un epilogo perfetto per una manifestazione che pare aver accontentato proprio tutti. Tanto da valere la riconferma di Claudio Baglioni che sarebbe stato invitato dalla Rai a organizzare anche l’edizione 2019. Nell’attesa che il saper cogliere gli aspetti indicativi dei testi e ciò che li lega all’armonia musicale, entri nel comune senso del sapere.

 

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