Universi paralleli: cosa dice realmente la Scienza

Universi paralleli: cosa dice realmente la Scienza

Il Multiverso esiste?

L’ipotesi dell’esistenza di Universi paralleli è molto suggestiva. Ormai da anni solletica la curiosità dei ricercatori ed ha letteralmente scatenato gli appassionati di Fantascienza.

Ma fino a che punto si tratta di qualcosa di scientifico? La risposta è semplice: l’esistenza degli Universi paralleli è possibile.

Al contrario però di quanto si possa ipotizzare, e soprattutto delle più suggestive immaginazioni, non si tratterebbe di ulteriori “noi stessi”.

La Fantascienza ci ha spesso proposto le prospettive di molti Universi, esistenti in modo contemporaneo, in cui altri “noi stessi” avrebbero potuto vivere delle vite diverse da quelle di cui siamo consci nel “nostro” universo.

La Scienza, almeno per il momento, ci risponde che su ciò non ci sarebbero riscontri attendibili. Molto più probabile invece che il nostro universo non sia l’unico. Ovvero: l’universo non sarebbe uni-verso, ma multi-verso. Gli scienziati chiamano questa configurazione “Universo a bolle”.

Questa nuova teoria nasca dalla scoperta della cosiddetta “macchia-fredda” nella radiazione cosmica di fondo.

Cos’è la “Macchia fredda”

Di cosa si tratta? È più semplice di quanto possiamo immaginare.

Per scrutare i confini dell’universo, ci serviamo di radiazioni, dalle cui variazioni che intervengono nel rumore di fondo scopriamo l’esistenza di corpi celesti.

In questo modo possiamo arrivare a “vedere” ai confini del cosmo conosciuto. Fino ai confini del Big-Bang. Questo è possibile in quanto, come sappiamo, viaggiare nello spazio equivale a viaggiare nel Tempo. Le distanze si misurano infatti in anni-luce, o meglio nell’unità che esprime la distanza che la luce percorre in un anno.

Verificando i confini del nostro universo, “vediamo” quei luoghi come si presentavano oltre 13,6 miliardi di anni fa, quindi al momento del Big-Bang.

Ebbene, è stata scoperta una “macchia” che copre miliardi di anni luce, la cui temperatura è di 0,00015° inferiore a tutto l’ambiente a lei circostante.

Da questi dati i ricercatori hanno formulato l’ipotesi che essa si sia creata dalla collisione di due universi.

A questo punto è giusto specificare che esistono diverse teorie evolutive del Big-Bang. Quella classica prevede che dallo scoppio iniziale sia iniziata un’espansione dell’universo che si comporta come quando gonfiamo un palloncino. Ovvero una crescita in tutte le direzioni possibili.

Un’altra teoria compresa all’interno della precedente, ammette che all’interno di questa “bolla” che si espande, si siano create altre “bolle”. Queste non sarebbero altro che universi indipendenti.

I ricercatori sono in questo momento impegnati a verificare queste possibilità e l’eventuale compatibilità con i modelli standard che configurano l’universo o gli universi secondo le attuali conoscenze scientifiche.

Rassegnamoci: anche se non abbiamo la conferma che altri “noi stessi” passeggino per il cosmo, possiamo almeno sperare che di universi ce ne siano infiniti.

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